sabato 4 giugno 2011

martedì 11 maggio 2010

BLOG IN COSTRUZIONE....

mercoledì 15 ottobre 2008

DOLL-VILLE



Doll-Vill è il mio paese.
Il suo nome è significativo, è la metafora di ciò che sarei diventata restando lì.
Ho 18 anni, l'età delle possibilità, dove non sei ne donna ne bambina, ma hai la grossa responsabilità di dover cominciare a fare delle scelte autonome, con tutti rischi che questo comporta.
Il mio nome è Ingrid, la mamma mi mise quello con la speranza che diventassi come la sua attrice preferita:"bella e assolutamente inimitabile", diceva lei....
Per anni mi sono sentita ripetere questa frase, quasi come uno slogan pubblicitario, ma a me non è mai interessato tanto diventare come lei,preferisco fantasticare con la mente, che prima o poi sarei scappata da questo paese assurdo, per cercare una vita ideale, una vita solo mia, dove poco importa la bellezza esteriore....
Quando nasci qui a Doll-Vill, ogni genitore si preoccupa di crescerti secondo i canoni e le regole (oserei dire leggi),che il buon costume aveva scelto per te: l'apparenza prima ditutto, prima di qualsiasi valore morale, prima di qualsiasi sentimento e soprattutto il primo interesse che dovevi avere nella scala delle tue priorità quotidiane, era appunto il tuo CORPO.
Atroce.... oseri dire.....
Talvolta mi capita , passegiando per le strade del centro, di sentirmi quasi spiata da tutti quei volti di "plastica", che dall'alto dei loro manifesti publicitari ti scrutano,ti giudicano, ricordandoti inevitabilmente che la loro bellezza le ha rese immortali per il mondo intero...
"E chi se ne importa....", ho sempre pensato...
"Lasciatemi in pace! A me non interessa la vostra immortalità, anzi... sai che fatica dovere vivere per sempre..."
Così pian piano, a causa del mio atteggimento sovversivo ,la città di Doll-vill mi dimenticò... Amici, parenti, tutti quanti si allontanarono da me e dalla mia diversità.
Ora sono sola , per il giorno del mio diciottesimo compleanno, con un irrefrenabile desiderio di scappare via, lontano, ma con la consapevolezza di non aver il coraggio necessario per farlo.
Ho intitolato queste pagine del mio diario: "NECROLOGIO:morte di una ragazza qualunque..." pagine che straperrò e getterò furi dalla finestra, in modo che volino libere, come io non ho mai potuto essere... Libere di posarsi su un marciapiede qualunque, su una strada trafficata, dentro un cortile...
Libere di essere lette, ma anche ignorate..
Libere di vagare, magari in un bosco inmezzo ad alberi e fiori, dove potranno e potrò, finalmente sentir la pace su questa terra.